Azione Patogena (SarsCov2)

L’azione patogena di un agente è la risultante di 2 fattori:

  1. Fattore diretto dell’agente: l’agente si infiltra, si adatta, si riproduce, trasmette e si difende.
  1. Fattore di risposta dell’ospite: con RISPOSTA si intende quella immunitaria, che non colpisce esclusivamente l’agente, ma causa soprattutto danni collaterali all’ospite.

NB Sia l’ospite che il l’agente tendono sempre ad un vantaggio reciproco: l’ospite sviluppa difese, il virus subisce continue modifiche.

La natura favorisce sempre l’azione di agenti “con scarso potere patogeno“, perché il loro scopo non è mai quello di eliminare l’ospite, e la stragrande maggioranza degli ospiti colpiti da questi agenti presentano asintomatia.

Un agente può considerarsi patogeno quando è INFETTIVO, ossia ha la capacità di penetrare e replicarsi in un certo tessuto (tropismo) e quando ha possibilità di arrecare un danno evidente a tale tessuto; quando è INVASIVO, ossia quando ha la capacità di colpire un determinato bersaglio arrecandogli un danno capace di innescare una risposta immunitaria immediata.

La patogenicità è legata da una parte alle caratteristiche dell’agente, ma soprattutto alla permissività e alla capacità di risposta dell’ospite.

Il tropismo, quindi, è il fattore determinate della patogenicità dell’agente.

Perché un agente causi danni superiori all’ospite deve compiere il cosiddetto “salto di specie“.

Quando avviene il “salto di specie” cambiano le capacità riproduttive dell’agente, consentono all’agente di diffondersi nell’ospite passando ad un altro ospite: si modifica, quindi, la risposta immunitaria dell’ospite. Nel caso di SarsCov2 non vi è stato alcun “salto di specie”.

Tutti gli agenti naturali codificano funzioni che assicurano l’efficienza della replicazione, trasmissione, accesso a organi bersaglio, elusione del riconoscimento del sistema immunitario. Queste funzioni sono importanti per la patogenicità e la virulenza. La perdita di queste funzioni causa l’attenuazione dell’agente:

La realizzazione dell’infezione da parte di un agente patogeno prevede la penetrazione dello stesso nell’ospite e la sua replicazione in organi e tessuti specifici. Tappe: ingresso dell’agente nell’ospite, replicazione nella sede d’ingresso, superamento delle difese locali, diffusione dalla sede d’ingresso, identificazione organi bersaglio, eliminazione dell’agente.

A seconda dell’agente patogeno e delle condizioni dell’ospite, l’infezione può rimanere localizzata nel sito di ingresso oppure espandersi. La sua espansione dipende dalla risposta immunitaria dell’ospite. Se il sistema immunitario è compromesso o perturbato, l’agente può espandersi.

EPIDEMIOLOGIA agenti tipo SarsCov2

  • trasmissione per via respiratoria: è scarsamente influenzata dalle condizioni economiche e sociali, subisce influenze ambientali e stagionali. Con infezione in corso: dopo il passaggio da I a S, S è colpito da agente attenuato. Con agente in latenza: dopo il passaggio da L a S, S è colpito da agente non in stato di patogenicità.
  • trasmissione attraverso strumenti medico-chirurgici, trasfusioni di sangue e prodotti derivati, interessa particolarmente individui a rischio: operatori, pazienti. Dopo il passaggio da I a S, S possono essere colpiti da agente modificato e non modificato (la maggior parte delle infezioni proviene da presidi ospedalieri, nei quali, per il 40%, dai reparti di terapia intensiva (dati osservatori Cattolica e casistiche su sentenze da uffici legali).

Gli agenti possono replicarsi solo nella sede iniziale di impianto estendendo la loro replicazione solo nell’ambito del medesimo apparato. SarsCov2 assume inizialmente le caratteristiche delle infezioni localizzate: restano circoscritte ai tessuti del sito di ingresso o a quelli contigui (tratto respiratorio).

Dopo che gli agenti patogeni si sono infiltrati compiono una replicazione primaria nelle cellule permissive dislocate in corrispondenza o in prossimità del sito in ingresso. Il processo, nella maggior parte dei casi, rimane localizzato per le peculiari caratteristiche dell’agente e per la pronta risposta immunitaria.

Nel corso de una infezione influenzale tipo SarsCov2 la replicazione primaria può divenire causa di una malattia sintomatica. Ci può essere simantologia generale anche se la replicazione è localizzata.

Schermatura SarsCov2

S critici agente patogeno SarsCov2

  • destinatari di trapianti di organi
  • i colpiti da tumori al sangue, midollo (leucemia, linfoma o mieloma) che si trovano in qualsiasi fase del trattamento
  • chi è soggetto a chemioterapia attiva
  • i colpiti da carcinoma polmonare e sottoposti a radioterapia
  • chi è soggetto immunoterapia o altri trattamenti anticorpali continui
  • chi è soggetto a trattamenti antitumorali mirati
  • chi aspetta o ha appena subito trapianti in immunosoppressione
  • chi è in già gravi condizioni respiratorie: fibrosi cistica, asma, attività polmonare ostruttiva
  • soggetti con immunodeficienza combinata
  • la terapia immunosoppressiva è sufficiente per aumentare significativamente il rischio di infezione
  • soggetti in gravidanza, con patologie cardiache significative, congenite o acquisite

Picco massimo raggiunto al 215° giorno da 1 novembre 2019

Totale individui toccati da SarsCov2 da 1 novembre 2019 a 31 dicembre 2020, 20 milioni circa.

Totale individui a rischio 300 mila circa 0.5% su intera popolazione.

Luogo di maggior rischio contagio: strutture sanitarie/operatori sanitari o generalmente luoghi chiusi con scarsa aerazione o luoghi chiusi con una discreta concentrazione di individui.

Si confermano dati come da modello 17 marzo 2020.

Come per qualsiasi influenza stagionale, chi ha maggiori possibilità di sopravvivenza risultano essere i soggetti autoguariti e i soggetti sottoposti a terapie mirate.

I virus RNA tipo beta risultato essere una incognita da sempre e non esistono soluzioni per contrastarli, quindi non è plausibile trattamento vaccinale, perché non può esistere vaccino per quel genere di virus.

I soggetti trattati con vaccini genici risulteranno essere i soggetti più vulnerabili, risulteranno essere più suscettibili a ricadute entro i termini garantiti dai sanitari dopo aver somministrato i vaccini.

I soggetti trattati con vaccino genico risultano essere destinati ad una risposta immunitaria meno significativa rispetto agli autoguariti e rispetto a chi ha scelto trattamento vaccinale sierologico. Non si escludono reazioni avverse, reazioni debilitanti e decessi per cause ignote e non correlate a terapie geniche.

I soggetti trattati con vaccino genico rischiano ricadute gravi anche con agente patogeno attenuato.

I soggetti trattati con vaccino non sono immuni al virus, oltre ad essere contagiati contribuiranno contagiare maggiormente rispetto agli autoguariti e rispetto coloro i quali sono guariti grazie a terapie diverse da quelle geniche.

I virus sono virus, anche se chimerici risponderanno sempre alle medesime leggi della natura.

NOTA: Il confine tra scienza e non-scienza è molto sottile, e la medicina si colloca esattamente su questo confine, quindi diffidare sempre degli esperti che promuovono il detto “lo dice la scienza”. Un giorno capirete quanto sia stato stupido affidare il destino delle popolazioni ai CTS.

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